N° 115
1.
Il
ragazzo dai capelli biondi sogna e sognando si rigira nel letto. Suoni ed
immagini scorrono nel suo sogno affastellandosi l’una sull’altra. Nel sonno
mormora:
-No, no!-
Il
sussurro cresce d’intensità fino a diventare un vero e proprio grido ed il
ragazzo si sveglia di colpo scattando in avanti e ritrovandosi seduto nel
letto.
Mentre
gli ritorna la coscienza di chi è e di dove si trova, la porta della stanza si
spalanca ed entra una ragazza bionda sui vent’anni che indossa un baby doll.
-Che succede? Stai bene?- chiede.
-Io… devo aver fatto un brutto sogno.- risponde
lui ancora un po’ confuso.
-Doveva essere bruttissimo.- ribatte lei -Hai
urlato come se ti stessero sgozzando.-
-Non saprei. Non ricordo niente.-
Il
ragazzo abbozza un sorriso e poi aggiunge:
-Grazie di esserti preoccupata per me.-
-Figurati! Era per me che ero preoccupata. Se
un qualche nemico avesse scoperto questa base e ci avesse sorpreso nel sonno
sarebbero stati guai grossi per tutti. Non ci tengo a morire giovane.- ribatte
lei sedendosi sul bordo del letto.
-Curiosa affermazione per chi fa il nostro
tipo di lavoro.-
-Un conto è andare in cerca di guai ed un
altro trovarseli a casa.-
-A te piace quello che facciamo?-
-Dare la caccia ai cattivi e difendere la
nostra nazione dai nemici interni ed esterni? Certo a volte i rischi sono
grandi ma lo è anche il divertimento.-
-È tutto un gioco per te?-
Anche
lei sorride e risponde:
-Quando la Dottoressa Erskine mi ha
selezionato per far parte della squadra… per essere American Dream… lo era…
almeno per me. Dopo il nostro scontro con MODOK non ne sono più tanto sicura.
Sono finita sotto il suo controllo mentale ed ho cercato di ucciderti.-
-Ma non ci sei riuscita ed è questo che
conta.-
-Non ho capito come hai fatto a sconfiggere
quel mostro.-
-Pura fortuna. Mi ha sparato una scarica di non
so di quale energia. Ho usato il mio scudo per defletterla ed è rimbalzata su
di lui uccidendolo.-
-Una bella fortuna per te e tutti noi.-
-Forse. Ora faresti meglio ad andare.-
-E non ti piacerebbe invece, se
rimanessi?-replica lei ponendo una mano sulla sua.
Il
ragazzo non risponde, non a parole.
Quando il Colonnello
dell’Esercito Carolyn St. Lawrence affiancata dal Maggiore dei Marines
Elizabeth Mary Mace e dal Tenente di Marina Franklin Roosevelt Mills, fa il suo
ingresso nella base di Camo Lehigh in Virginia tutti gli occhi sono puntati su
di lei ed anche se non l’ammetterebbe mai, la cosa la imbarazza.
-Beh, che avete da guardare?- chiede in tono
brusco -Ho forse messo il basco dal lato sbagliato?-
-Siamo solo felici che sia di nuovo tra noi
sana e salva, Colonnello.- risponde il Tenente dell’USAF[1]Diane
Perrywinkle.
-Invece del fatto che anche io sia tornato
sano e salvo non frega niente a nessuno.- commenta sarcastico Mills.
-Non essere sciocco, Frank.- replica la
ragazza in uniforme blu -Certo che ci importa del tuo ritorno ma dopotutto né
tu né il Maggiore Mace eravate in zona di guerra come il Colonnello, non
correvate rischi.-
Se
solo tu sapessi la verità, baby, ma per ora è meglio che tu non la conosca,
pensa Mills con un sorrisetto appena accennato.
Liz
non può fare a meno di notare una maggiore familiarità tra Mills e Perrywinkle.
Che ci sia qualcosa tra loro? E se anche fosse? Non sono certo affari suoi. Diane
è una donna adulta e sa certo quello che fa. Magari è proprio il tipo di donna
di cui uno come Frank ha bisogno.
La
voce del comandante della base, il Generale Joseph Kragg la riporta alla
realtà:
-Signori e signore, vi ricordo che questo non
è un circolo ricreativo ma una base militare dove si lavora per la sicurezza
della Nazione. Colonnello St. Lawrence, venga nel mio ufficio con i suoi due
accompagnatori. Voglio sentire il suo rapporto.-
Pochi
convenevoli e dritto al sodo, il solito Kragg, pensa Liz Mace. Pochi minuti
dopo lei, Mills e Cary St. Lawrence sono seduti davanti a lui e Cary fa un breve
riassunto di ciò che le è accaduto da quando ha iniziato la sua missione sotto
copertura alla North Organization fino alla sua esfiltrazione da Azania,[2]
-Sarei morta se metà della mia squadra non si
fosse schierata dalla mia parte costringendo gli altri a ritirarsi.- conclude
Cary.
-Brutta storia.- commenta Kragg -Pensa che
alla North avessero scoperto che lei era una spia?-
-Non credo. Penso piuttosto che quello fosse
una specie di test sulla mia lealtà e non l’ho superato.-
-Già. Per fortuna se l’è cavata senza danni.
Adesso è una testimone scomoda e così anche gli altri. La North l’avrà messa
nella sua lista nera.-
-Non ho paura, Signore.-
-Non l’ho mai dubitato, la conosco bene ormai.
Al Pentagono sono ansiosi di conoscere i dettagli e ci sono anche nuovi ordini
per il Maggiore Mace e il Tenente Mills. Un elicottero vi porterà là tutti e
tre.-
-Molto bene, Signore.-
-E… Colonnello… sono lieto di riaverla tra noi
senza un graffio.-
-Grazie, Signore.-
Mentre
escono dall’ufficio Mills sussurra a Liz:
-Mai un momento di riposo eh?-
-E la vita che ci siamo scelti, nessuno ci ha
obbligati.- replica lei.
Ne
avrei voluta un’altra? Si chiede. Non lo saprà mai.
Parecchi
anni fa, quando sembrava che la cosiddetta Guerra Fredda potesse degenerare in
un conflitto reale, i principali Stati coinvolti si attrezzarono per fare in
modo che le strutture governative potessero continuare a funzionare anche in
caso di conflitto nucleare. Per questo nel sottosuolo del Distretto di Columbia
esiste una vera e propria città sotterranea che si estende oltre i confini
della Capitale fino alla vicine Contee di Arlington e Fairfax. Con
l’allontanarsi del pericolo di una guerra atomica ed il collasso dell’Unione
Sovietica questa struttura fu considerata obsoleta e perfino ai più alti
livelli governativi si finì con lo scordarsi della sua esistenza. Questo ne ha
fatto il luogo perfetto per essere il quartier generale segreto della struttura
clandestina organizzata dall’Assistente del Presidente degli Stati Uniti per
gli Affari Superumani Henry Peter Gyrich.
È
proprio nella sala riunioni attrezzata in questa struttura che si trovano al
momento Gyrich ed altri funzionari che condividono il suo progetto.
-E così la missione è stata un successo: MODOK
è stato eliminato - commenta Gyrich,
-Tutto secondo le previsioni.- replica il
Dottor Andrew James Quinn Assistente del Presidente le Politiche Scientifiche e
Tecnologiche -Certo, ci sono state delle inevitabili difficoltà, ma direi che
il ragazzo ha superato brillantemente la prova come avevo previsto.-
-Ammetto di essere stato scettico ma adesso
non ha più importanza. Senza MODOK a guidarla la sua fazione dell’A.I.M.[3]
collasserà e ci saremo sbarazzati di un’altra minaccia alla sicurezza
nazionale. Che ne è stato del suo cadavere?-
-L’ho fatto portare qui. Voglio esaminarlo
personalmente e studiare la sua mutazione.-
Gyrich
fa una leggera smorfia. Scienziati, pensa, tutti uguali.
-Se abbiamo finito, io dovrei andare adesso.
Le solite, noiose, grane del mio ufficio.- interviene Sonny Burch, Sottosegretario
del Dipartimento di Sicurezza Interna.
Il
gruppetto si divide e tutti tornano ai rispettivi uffici, tutti tranne Quinn
che si dirige in una sezione della struttura adibita a laboratori. Entra in uno
di questi dove su un grande tavolo metallico giace la sgraziata figura di
MODOK.
Quinn
gli si avvicina e dice:
-Ciao George. Ne è passato di tempo
dall’ultima volta e devo dire che hai un aspetto peggiore del solito.- Un sorriso divertito si forma sulle sue
labbra.
2.
Il
Pentagono è un vero labirinto, pensa Liz Mace mentre segue un soldato che
accompagna lei, Franklin Mills e Cary St. Lawrence al loro appuntamento. Da
sola forse non sarebbe stata in grado di ritrovare l’ufficio dove sono attesi.
I
tre ufficiali sono introdotti in un ufficio dove li aspettano un uomo ed una
donna in borghese ed un uomo in uniforme dell’USAF. Liz riconosce l’uomo: è il
nuovo Vice Sottosegretario alla Difesa per il Controspionaggio e la Sicurezza;
la donna ha i capelli biondi e lo sguardo duro e non l’ha mai vista prima
mentre l’ufficiale, un Brigadiere Generale, ha un che di familiare ma non
riesce a ricordare perché.
È
il Vice Sottosegretario a parlare per primo:
-Colonnello St. Lawrence, Maggiore Mace,
Tenente Mills, prima che procediamo lasciate che vi presenti Miss Amara Kelly
dell’Ufficio del Direttore dell’Intelligence Nazionale ed il Generale Barney
Roberts.-
Un
breve scambio di convenevoli e poi il politico arriva dritto al punto;
-Siamo tutti ansiosi di sentire dalla sua viva
voce il suo rapporto sulla North Organization, Colonnello.-
-Non c’è molto da dire. La mia missione era
infiltrarmi nella North e scoprire se era coinvolta in operazioni illegali
pericolose per la sicurezza militare americana e la risposta è sì. La squadra
di cui ero a capo doveva portare in salvo il Presidente di Azania e la sua
famiglia ma questa missione era solo la copertura di quella vera: assassinare
il Presidente ed eliminare tutti i testimoni. Non sono riuscita ad impedire
l’assassinio del Presidente ma io ed im membri della squadra che si sono
ribellati assieme a me siamo riusciti a salvare gli altri.-
-A proposito…- interviene Liz -… che ne è
stato di Chris Jacobs e Tirife Barzani?-
Il Capitano Jacobs è detenuto a Fort
Leavenworth in isolamento.- risponde il Generale Roberts -Quanto a Miss
Barzani, non essendo cittadina americana, lo S.H.I.E.L.D. la sta trattenendo
nella sua prigione di New York e contemporaneamente sta negoziando la sua
restituzione all’Iraq.-.
-Se la rimandano in Iraq sarà sicuramente
giustiziata o dal governo iracheno o da quello della Regione Autonoma Curda che
la considera una traditrice!- esclama Liz.
-E lo sa anche lei. Questo potrebbe
convincerla a collaborare per evitare la deportazione. Ed è qui che entra in
gioco lei, Maggiore.-
-Io?-
Il
Vice Sottosegretario consegna a Liz dei fogli dicendo:
-Questa è la nomina a responsabile della parte
militare dell’inchiesta contro la North Organization. Le concede ampi poteri
per negoziare i termini della testimonianza del Capitano Jacobs e del Sergente
Barzani. Potrà scegliersi i collaboratori che desidera per affiancarla. Per
tutto il tempo necessario sarete distaccati presso il J.A.G.[4]
dell’Esercito per ordine del Segretario alla Difesa.-
-Avete pensato a tutto. Quando devo
cominciare?-
-Ha già cominciato.-
-Bene. Tanto per cominciare il Tenente Mills
sarà il mio investigatore capo ed il Tenente Diane Perrywinkle la mia
assistente. Partirò per Leavenworth non appena organizzata la squadra. Nel
frattempo il Colonnello St. Lawrence deve essere sottoposta a protezione 24 ore
su 24.-
-Ehi, so badare a me stessa.- protesta Cary.
-Non ne dubito ma la North Organization sa il
fatto suo e cercherà di eliminarti prima che tu possa salire sul banco dei
testimoni.- ribatte Liz.
-Che ci provino pure.-
-È quello che spero.-
-Cosa?-
-Mi auguro che ci provino e falliscano così da
avere altre prove per incastrarli.-
-Mi piace come ragiona, Maggiore.- replica
Roberts.
-E non ha ancora sentito tutto.- ribatte Liz
con un sorriso.
L’auto supera i cancelli
di una villa di tre piani dall’aspetto austero nel Quartiere di Riverdale nel
North Bronx, quasi al confine con la Contea di Westchester.
Nessuno
sembra accorgersi dell’agile figura in costume che si lascia cadere dal retro
dell’auto e si lascia rotolare dietro un provvidenziale cespuglio. Se qualcuno
lo avesse visto lo avrebbe forse riconosciuto come il giovane supereroe
chiamato Patriot, autonominato protettore del South Bronx ed avrebbe anche
potuto chiedersi cosa stesse facendo così lontano dal suo abituale territorio.
Il mio territorio è dove il male viene commesso potrebbe rispondere con enfasi
il ragazzo ma al momento preferisce non dover giustificare la sua presenza agli
occupanti della villa ed ai loro ospiti.
È
arrivato il momento di chiudere i conti con chi ha attentato alla vita del
candidato al Congresso Josh Cooper, pensa Patriot, e presto saprò chi è.
Nel
suo appartamento nel Complesso Watergate a Washington D.C. il Congressista Sam
Wilson riflette sugli ultimi avvenimenti che lo hanno visto protagonista.
All’appuntamento
all’aeroporto Reagan non si è presentato nessuno. Lui ha seguito le istruzioni
e lasciato la chiavetta USB con le informazioni richieste in un armadietto poi
se ne è andato. Non ha nemmeno provato a vedere chi l’avrebbe ritirata. C’è chi
l’ha fatto al posto suo. Ora deve solo aspettare.
Cosa
succederà quando i suoi ricattatori, esaminando i file nella chiavetta, si
renderanno conto che assieme ad informazioni vere ma innocue il resto è tutto
falso? Diffonderanno il video di lui e Nikki Adams che fanno sesso o
prenderanno misure più drastiche?
La
diffusione del video non gli procurerà un gran danno in fondo. I suoi elettori
lo perdoneranno probabilmente e se invece i suoi avversari cercassero un altro
tipo di vendetta, beh lui è pronto ad accoglierli. Avranno molto più di quanto
si aspettano,
3.
La base dell’Esercito degli Stati Uniti di Fort Leavenworth in Kansas
ospita il più grande complesso carcerario militare interforze esclusivamente
maschile di tutti gli Stati Uniti. Una parte è adibita a sezione dove vengono
internati i detenuti considerati più pericolosi. È qui che si trova il Capitano
in congedo Christopher Jacobs accusato, tra le altre cose, di complicità in
crimini di guerra e contro l’Umanità, crimini per i quali, se fosse riconosciuto
colpevole, rischia pene molto pesanti.
Quando
entra nella sala colloqui Jacobs è sorpreso dj trovarci sue donne peraltro
molto attraenti. Una è bionda ed indossa l’uniforme dei Marines e l’altra è una
mora con l’uniforme dell’USAF.
-Si sieda, Capitano.- ordina seccamente la
donna bionda.
-Non sono più capitano.- replica il massiccio
afroamericano sedendosi -Sono stato privato del grado tempo fa.-
-E da allora è diventato un mercenario ben
pagato al soldo della North Organization ma per i crimini da lei commessi è
ancora sottoposto alla giurisdizione militare e sarà giudicato da una Corte
Marziale. Io sono il Maggiore Elizabeth Mace e sono stata incaricata di
sostenere la Pubblica Accusa nel suo processo.-
-Lei è dei Marines mentre io sono… ero
dell’Esercito.-
-Sono stata distaccata temporaneamente per
questo procedimento ma non è questo che importa adesso. Prima di proseguire
devo avvertirla che ha il diritto di non parlare e…-
-Conosco i miei diritti e tutte quelle altre
stupidaggini. Se c’è un foglio da firmare me lo dia subito.-
Liz
Mace sospira, estrae dei fogli dalla sua cartella e li passa assieme ad una
penna a Jacobs che li firma senza nemmeno leggerli e li restituisce.
-Molto bene.- prosegue Liz -Come lei sa ha
diritto ad un difensore e finché non ne nominerà uno, il Tenente Diane
Perrywinkle qui presente sarà il suo difensore d’ufficio.-
Jacobs
volge lo sguardo verso la mora e commenta:
-Sembra un tipino delicato.. Potrei facilmente
spezzarla in due, se volessi.-
-Potrebbe provarci, certo…- replica, quieta,
Diane -… ma non è detto che ci riuscirebbe noi dell’Aviazione sappiamo farci
valere.-
Jacobs
sogghigna e replica:
-Ha temperamento e la cosa mi piace. Bene,
signore, immagino che non sia solo per un banale interrogatorio che siete qui,
dico bene?-
-Esatto.- risponde Liz -Parliamoci chiaro,
capitano: lei è accusato di reati gravissimi e la sua unica possibilità di
evitare di passare il resto della sua vita in una cella di massima sicurezza di
questo carcere sta nella sua collaborazione. Sono stata autorizzata ad offrirle
una pena lieve in cambio della sua testimonianza contro i suoi mandanti.-
-Voglio l’immunità.-
-Non se ne parla nemmeno. Lei ha guidato un
raid di mercenari armati con l’intento di uccidere un gruppo di civili
disarmati in zona di guerra. Non può ragionevolmente aspettarsi che chiudiamo
semplicemente un occhio.-
-Perché no? È stato già fatto in passato per
cose molto più gravi.-
-Avrei una proposta, Maggiore.- interviene Diane
-Ascoltiamo cosa ha da raccontare il Capitano Jacobs con l’intesa che nulla di
quello che dirà potrà essere usato contro di lui e dopo lei valuterà se è degno
dell’immunità o di un altro trattamento di favore.-
-Mi sembra ragionevole. Le sta bene, Capitano?-
Jacobs
tace e poi dice:
-Ora mi ricordo chi è lei: l’amichetta di
quella lesbica della St. Lawrence. Non c’è un conflitto di interessi? I suoi
superiori sapevano che voi due siete solite rotolarvi insieme tra le lenzuola
oppure lei si è offerta volontaria per potersi vendicare?-
Diane
Perrywinkle spalanca la bocca dalla sorpresa, Liz avvampa, serra le labbra e
stringe i manici della sua cartella come se volesse spezzarli ed infine si alza
in piedi e dice:
-Se questo è il suo atteggiamento, Capitano,
non abbiamo più nulla da dirci. Ci rivedremo davanti alla Corte Marziale.-
-Aspetti!- esclama Jacobs -La proposta del
Tenente Perrywinkle mi piace e se lei l’accetta, le assicuro che ho cose molto
interessanti da raccontare, cose che potrebbero far affondare la North
Organization ma voglio essere protetto perché cercheranno di impedirmi di
arrivare vivo al processo.-
Liz
si risiede e replica:
-Se quello che dirà sarà davvero interessante
avrà tutta la protezione necessaria, ha la mia parola-
Patriot
si muove con circospezione evitando gli allarmi e con un balzo raggiunge un
terrazzo. Dall’interno gli giungono delle voci.
-È stato un buon lavoro, Hitman.-
-C’è mancato poco che Capitan America e
Patriot rovinassero tutto ma alla fine è alla fine il piano ha funzionato.-
-Già. Non essendoci il tempo di organizzare
nuove primarie la scelta del, candidato che rimpiazzerà Cooper spetta al
Comitato del Partito nel Distretto ed il Comitato sceglierà chi vogliamo noi.
Il nostro committente sarà soddisfatto.-
Il
loro committente? Quindi chiunque ci sia lì dentro non è il vero mandante, ma
chi è allora? Deve assolutamente scoprirlo.
-Fai una sola mossa e sei morto!-
La
voce di una donna e l’acciaio della canna di un’arma contro la sua nuca.
Patriot si morde le labbra. Si è fatto scoprire come l’ultimo dei dilettanti.
Stupido!
All’uscita
dal carcere Liz Mace si rivolge a Diane Perrywinkle:
-Mi dispiace che abbia saputo certe cose in
quel modo, Perrywinkle. Né io né il Colonnello St. Lawrence volevamo davvero
tenere segreta la nostra relazione ma…-
-Ma avreste preferito scegliere voi il momento
ed il luogo, lo capisco.-
-E che mi dice?-
-Che non è cosa che mi riguardi. Per fortuna
le Forze Armate hanno eliminato il bando agli omosessuali. L’ho sempre trovato
indegno e la politica del “Non chiedere, non dire” ipocrita.-
-Esattamente quello che ho sempre pensato
anche io.-
-Può contare sulla mia discrezione ovviamente.
Frank… il Tenente Mills lo sa?-
-Credo che lo abbia indovinato da quasi
subito.-
-È un tipo sveglio in effetti.-
-Se posso chiederlo, voi due…-
-Mi appello al Quinto Emendamento.-
Liz
scoppia a ridere poi torna di nuovo seria e dice:
-Per quanto vorrei veder marcire Jacobs in una
cella fino alla fine dei suoi giorni, dopo quello che ci ha detto temo di non
avere altra scelta che ordinare il suo trasferimento in un luogo segreto sotto
sorveglianza continua sino al giorno del processo. Chiederò al Giudice di
assumere la sua testimonianza in anticipo come misura precauzionale. Intanto
con le informazioni che Jacobs ci ha dato, ne sappiamo abbastanza per continuare
le indagini in altre direzioni e schiacciare la North una volta per tutte.-
E
sia come Liz Mace che come Capitan America non si fermerà finché non ci sarà
riuscita.
4.
La
fredda canna di una pistola o di un fucile preme contro la nuca di Patriot e la
voce della donna alle sue spalle risuona di nuovo:
-So cosa stai pensando ma non ti conviene
provarci. Il mio giocattolo è equipaggiato con speciali proiettili perforanti
in grado di bucare la corazza di un carro armato. Immagina cosa farebbero alla
tua testa ed io riuscirei a spararti prima che tu possa fare qualsiasi cosa.-
Patriot
mastica amaro. La donna ha ragione ed il buon senso lo sconsiglia dal tentare
qualsiasi azione per ora almeno. Dovrà tenere a freno la sua natura impulsiva
ed aspettare il momento buono.
-Entra.- gli intima la donna.
Patriot
non ha altra scelta che obbedire ed entrambi entrano in un’ampia stanza dove un
uomo su cinquant’anni siede ad una scrivania mentre in piedi davanti a lui c’è
un uomo in costume arancione con un casco che gli copre la metà superiore del
volto. Quest’ultimo, vedendolo, si affretta ad estrarre la sua pistola e
puntarla a sua volta verso Patriot.
-Madame Synn, cosa sta succedendo?- esclama l’uomo
alla scrivania
-Il giovanotto qui presente la stava spiando,
Mister Levine. Per fortuna non si è accorto di me ma io invece l’ho
individuato.-
-Lo so chi è.- afferma Hitman -Quel nuovo
supereroe che agisce prevalentemente nel South Bronx. Si fa chiamare Patriot ed
è un alleato di Capitan America.-
-Quella maledetta donna imbandierata non ha
fatto altro che metterci i bastoni tra le ruote. Ci mancavano solo i suoi
amici!- esclama David Levine, Presidente e COO[5]
della North Organization.
Adesso
Patriot ha l’occasione di osservare la donna che l’ha sorpreso: indossa un’attillata
calzamaglia rossa con un’ampia scollatura, lunghi capelli biondi ed una
maschera nera a coprire la parte superiore del viso. Quello che impugna è un
fucile d’assalto ma non sa riconoscere il modello.
-Tolga la maschera a questo bastardo.- ordina
Levine alla donna chiamata Madame Synn.
Usando
la sinistra lei obbedisce e sfila il cappuccio dalla testa di Patriot.
-Ma è solo un ragazzino! Uno stupido ragazzino
di colore!- esclama Levine -Non ha neanche l’età per bere alcolici e ci ha
procurato un bel po’ di guai.-
-E te ne procurerò altri non appena ne avrò
l’occasione.- replica Eli Bradley.
-Non l’avrai. Madame Synn, lo uccida.-
La
donna in questione non risponde. Senza che Levine lo sappia, è in contatto
radio con qualcuno che le sta dando istruzioni.
-Va bene, Sir, come desidera.- replica,
infine, lei.
-Allora che aspetta?- insiste Levine.
Madame
Synn fa un sorriso amaro e risponde:
-Mi dispiace, Mr. Levine ma gli ordini sono
cambiati.-
Con
una mossa repentina punta il suo fucile su Hitman e spara centrandolo in peno
petto e mandandolo contro una parete. Il sicario si accascia in un lago di
sangue. Subito dopo Madame Synn punta la sua arma verso Levine dicendo:
-E lei è stato appena licenziato.-
Senza
la minima esitazione la donna spara ancora centrando in pieno la fronte dell
dirigente quasi staccandogli la testa dal collo.
Da
un’altra parte una donna bionda ed elegante si rivolge ad un uomo anziano dai
capelli e baffi bianchi seduto su una comoda poltrona in pelle:
-Era proprio necessario, Sir Ian? Levine era…-
-Un rischio, Miss Wallencott. Levine era un
burocrate non un uomo d’azione.- replica freddamente Sir Ian McMasters -Se lo avessero
arrestato non avrebbe retto alla pressione ed avrebbe rivelato tutto pur di
avere un trattamento mite trascinandoci tutti con lui. In questo modo sarà un
ottimo capro espiatorio ed io potrò mostrarmi indignato per come ha usato la
North Organization per i suol loschi scopi a mia insaputa.-
-Le crederanno?- chiede ancora Alicia
Wallencott.
-Non conta quello che crederanno ma quello che
potranno provare e dopo il repulisti eseguito da Madame Synn non ci saranno più
prove che Levine ha agito con il mio consenso.-
-Tranne Madame Synn stessa.-
-Mi fido di Madame Synn come mi fido di lei,
Miss Wallencott. Una volta che questa tempesta sarà passata, grazie anche ai
miei contatti nel complesso militare-industriale e nella politica, rimetterò in
piedi la North, magari con un altro nome. Ci sarà sempre bisogno di
un’organizzazione simile per certi lavori con cui i governi e certi privati non
vogliono sporcarsi le mani, mi creda.-
Alicia
Wallencott si limita ad annuire.
Patriot
reagisce immediatamente e balza addosso a Madame Synn trascinandola con sé a
terra facendole anche sfuggire dalle mani il fucile da cui parte una raffica.
-Hai commesso un errore a dimenticarti di me.-
le dice serrandole i polsi.
-Vero, ma rimedierò subito.- replica lei.
Con
una mossa repentina riesce a proiettarlo oltre la sua testa ma Patriot, con una
capriola atterra in piedi.
Madame
Synn si mette in ginocchio estraendo una pistola ma Patriot le sferra un calcio
al polso disarmandola ancora una volta.
-Niente armi.- dice.
-Come desideri.- ribatte lei provando a
sferrargli un calcio rotante.
Patriot
lo evita di misura e le afferra la caviglia sbilanciandola e facendola cadere
dj nuovo a terra.
-Arrenditi.- le dice -Non mi va di combattere
contro una donna ma…-
-Un gentiluomo maschilista eh? Peccato per te
che io sia davvero tosta..-
Senza
dire altro la donna in calzamaglia rossa estrae qualcosa dalla cintura e la
getta a terra. È una piccola granata flash bang che genera un forte rumore ed
un lampo accecante.
Eli
Bradley si porta le mani alle orecchie e si lascia sfuggire un grido. Quando il
giovane afroamericano torna a vedere ed il ronzio nelle sue orecchie è svanito,
Madame Synn è scomparsa.
Patriot
corre nella terrazza ma non vede nessuno. La sua avversaria è decisamente
fuggita. Mentre recupera il suo cappuccio e se lo infila, il giovane riflette
sul fatto che adesso Madame Synn conosce il suo vero volto. Non sa il suo nome
ed anche limitandosi a cercarlo nel Bronx quante probabilità avrebbe di
riuscire a rintracciarlo comunque?
Un
altro pensiero lo colpisce: mentre era indifeso, invece di fuggire avrebbe
potuto ucciderlo facilmente. Perché non l’ha fatto? Non ha una risposta.
5.
La ragazza dai capelli neri che indossa una canottiera, short e
stivaletti con uno zainetto sulle spalle cammina in mezzo al nulla, o almeno
questa è la sua impressione.
Adesso finalmente vede
qualcosa di incoraggiante: una lunga strada asfaltata a più corsie,
un’interstatale indubbiamente ma dove porta? Non le importa. Una destinazione
vale l’altra in questo momento: l’importante è arrivare da qualche parte poi si
vedrà.
La
ragazza sospira e prende una decisione e si mette in posa facendo il classico
gesto dell’autostoppista.
Finalmente
ecco arrivare un SUV che si ferma proprio davanti a lei. L’autista si sporge
verso di lei dicendo:
-Sbaglio o ti serve un passaggio?-
-Sei un tipo sveglio eh?- replica la ragazza.
Lui
fa un sorriso e replica.
-Allora sali,-
La
ragazza non se lo fa ripetere due volte. Mentre il SUV riparte scruta
l’autista, sui trent’anni, faccia bruciata dal sole, capelli lunghi aria
decisa.
-Immagino cosa ti stai chiedendo.- le dice -Puoi
stare tranquilla: non sono uno che raccatta le ragazzine per poi stuprarle.
Direi esattamente il contrario.-
-Ovvero?-
-Se commettono queste cose sul mio territorio
li schiaffo in galera.-
-Sei un poliziotto?-
-Un detective della Polizia Tribale della Nazione
Apache Chiricahua per essere esatti,.-
-Sei un indiano? Scusa, volevo dire un nativo.-
-Chiamami come ti pare. Non sono le parole che
definiscono un uomo o una donna ma le loro azioni.-
-Oglala? Quindi siamo…-
-In Arizona. Non dirmi che non lo sapevi!-
-Assolutamente no e non ho la più pallida idea
di come sia finita qui dal Massachusetts.-
-Sembra una storia interessante.-
-E lunga, temo.-
-Abbiamo tempo prima di arrivare a San Carlos.
A proposito, io mi chiamo Sam Silvercloud e tu?-
-Bobbi… Roberta Ann Mace.-
-Bene, Bobbi. Che ne dici di cominciare a
raccontare la tua storia?-
Ed
è esattamente quello che Bobbi Mace fa.
Il
Tenente di Marina Franklin Mills e la funzionaria dell’Ufficio del Direttore
Dell’Intelligence Nazionale Amara Kelly sono ancora sull’elicottero che li sta
portando al Quartier Generale dello S.H.I.E.L.D. quando sono raggiunti dalla
notizia dell’assassinio di David Levine.
-Questa sì che è bella!- commenta Mills -Che
diavolo può essere successo?-
-Alla C.I.A. le chiamavamo operazioni di
pulizia. In altre parole: stanno eliminando chiunque potrebbe testimoniare
sulle attività illegali della North.- risponde la donna.
-Il che rende ancora più urgente convincere la
nostra amica curda a collaborare. Finché è nelle prigioni dello S.H.I.E.L.D. è
abbastanza al sicuro, ma…-
-Ma se dovessero decidere di rimandarla in Iraq
diventerebbe di nuovo vulnerabile. Senza contare che la sua gente non le
perdonerebbe il suo tradimento e la sua vita non varrebbe più un centesimo una
volta in Kurdistan. Se vuole restare viva, le conviene collaborare e lo sa
quindi vedrà che sarà arrendevole.-
-Mi auguro che abbia ragione Miss Kelly.
Comunque lo scopriremo presto. A quanto pare, siamo arrivati.-
L’elicottero
comincia, infatti, la sua discesa verso l’eliporto.
È
stata una lunga giornata per Liz Mace ma finalmente può far ritorno nella sua
casa di Falls Church in Virginia in compagnia di Cary St. Lawrence.
-Casa, dolce casa, finalmente!- esclama
entrando -E finalmente sole.-
-Devo ammettere che mi piace essere di nuovo
qui dopo tanto tempo..- commenta Cary -Non sono una nostalgica ma questo posto
mi è mancato e mi sei mancata tu.-
-E tu a me.- replica Liz gettandole le braccia
al collo -Ma ora siamo di nuovo insieme e lo resteremo.-
Le
due donne in uniforme si baciano appassionatamente e quando le loro labbra si
staccano Caty chiede ammiccante:
-Prima di sopra o prima la cena?-
-Uhm, direi che la cena può aspettare ancora
un po’.- replica Liz sorridendo.
In
quel momento il suo telefono squilla e con espressione contrariata lei lo
prende. Numero sconosciuto. Solo la sua curiosità la spinge a rispondere:
-Pronto?
<<Ciao Liz.>>
Quella
voce... improvvisamente Liz si sente come se avesse ricevuto un calcio nello
stomaco. Le ci vuole qualche secondo per ritrovare la voce e dire:
-Jeff?-
CONTINUA
NOTE DELL’AUTORE
Davvero pochissimo da dire: Questa è stata una storia di passaggio con
pochissima azione e niente Capitan America anche se, per così dire, il suo
spirito aleggia su tutta la storia, ma nel prossimo episodio sarà molto
diverso. Aspettatevi scintille.
Ed
ora, le note.
1)
Il Generale Barney Roberts, o
meglio la sua controparte sulla Controterra, è stato creato da Roy Thomas &
Gil Kane su Marvel Premiere #2 datato maggio 1972.
2)
Amara Kelly è stata creata, con il nome di Amara King, da Mike W. Barr
& M.C. Wyman in Shroud #1 datato marzo 1994. Poiché il suo era un nome
falso, ho cambiato il cognome in Kelly.
3)
Madame Synn è basata sull’omonimo personaggio creato da Marv Wolfman
& Wayne Boring su Captain Marvel Vol. 1 #24 datato gennaio 1973.
4)
Sam Silvercloud è stato creato da Gary Friedrich & Mike Ploog su
Marvel Spotlight #8 datato febbraio 1973.
Nel prossimo episodio:
due Capitan America a confronto, intrighi, sorprese, rivelazioni e nuovi
misteri. Non vi basta?
Carlo